KIERKEGAARD: LE POSSIBILITA' E LE SCELTE DELL'ESISTENZA
Tema della "scelta"-->la sua quella di porre Dio al di sopra di ogni altra cosa--> suo Cristianesimo non è quello della Chiesa Ufficiale, accusata di essere troppo compromessa con affari mondani e di trascurare affari spirituali e interiori--> uomini di chiesa: criticati per aver ridotto il messaggio di Cristo a una mera dottrina, tralasciandone la parte più importante--> imitazione di Cristo: vita all'insegna dell'abnegazione, ascesi e sacrificio.
Kierkegaard pone l'uomo difronte alla drammaticità dell'esistere, che risiede proprio nell'evitabilità della decisione tra termini assolutamente contraddiori e inconciliabili--> valore dell'uomo risiede nella capacità di assumersi la responsabilità della propria vita.
In seguito, individua tre fasi o stadi dell'esistenza, che rappresentano le possibilità esistenziali dell'uomo:
- la vita estetica: è propria dell'uomo che vive nell'istante e nella ricerca continua del piacere--> gli uomini vivono assaporando fino in fondo le bellezze e le attrattive dell'esistenza--> vita illustrata nelle figure del Don Giovanni e Johannes, il primo è l'incarnazione della sensualità allo stato puro, mentre il secondo il godere "spirituale". Questo tipo di esistenza è insufficiente, perchè chi si dedica al piacere disperde la propria personalità in tutte le esperienze che gli si presentano, gli si svuota l'essere, cadendo inevitalmente nella noia e disperazione;
- la vita etica: dominata dalla scelta e dalla responsabilità e rappresentata dalla figura del marito.--> la famiglia esprime l'ideale del dovere morale nel senso più elevato e l'amore assume spessore e profondità, non un sentimento estremo e intenso come nella vita estetica. La donna è l'emblema della concretezza, dell'amabilità e della felicità stabile e durevole, mentre il lavoro è il "dovere" comune a tutti i membri della società. --> Quindi il soggeto sottomette la propria individualità alle regole della famiglia e della società, scegliendo se stesso come compito, ma minacciato dal conformismo, che roporta l'insoddisfazione;
- la vita religiosa: implica il "salto" della fede che è paradosso per la ragione umana, in quanto è contraria all'opinione degli uomini e implica un rapporto individuale tra l'uomo e Dio. (ABRAMO)--> la fede non ammette alcuna giustificazione razionale, non concede pace all'uomo ma crea inquietudine in lui.
Afferma che l'uomo è ex-sistenza, cioè può trascendere la propria condizione e proiettarsi nel futuro, dunque è progettualità e possibilità. Pertanto prova angoscia, intesa come puro sentimento della possibilità e prova disperazione, intesa come lacerazione tra finito e infinito--> l'unico rimedio alla disperazione è la fede.