domenica 20 ottobre 2019

L'IDEALISMO ETICO DI FICHTE:

L'IDEALISMO nasce da Fichte, il quale formula il suo pensiero partendo dall'opera di Kannt " LA CRITICA DELLA RAGION PRATICA"(MORALE).

Il suo pensiero nasce da una critica alla percezione kantiana della COSA IN Sè, giudicandola inammessibile, in quanto ritenuta una nozione di realtà estranea all'IO.  Per Kannt l'io penso trascendetale non è "creatore" delle cose, ma soltanto "ordinatore" dei dati dell'esperienza sensibile, non parte della COSA PER ME, interna al soggetto. ---> Secondo Fichte, se il mondo dell'esperienza è quello della rappresentazione (mondo fenomenico di Kannt), non si può ammettere nulla al di fuori del soggetto stesso, pertanto è assoluto e infinito.

---> "GRANDE IO"= l'io come principio originario e incondizionato, da esso deriva tutta la realtà, sia dal punto di vista conoscitivo e materiale.

---> negazione della cosa in sè: l'io non dipende da un mondo di cose esterne, è il principio da cui il mondo prende significato e forma.

---> L'IO: è spirito e libertà, in un continuo processo di autorealizzazione/perfezione ( l'io deve essere) chiamato Streben(tensione). Esso non è un IO individuale, ma è l'IO PURO e  UNIVERSALE, senza il quale il mondo non esisterebbe.

Il fondamento di ogni realtà è L'IO SPIRITO, un processo creativo e infinito che si articola in tre momenti:
  • tesi: l'IO pone se stesso, cioè si rivela come attività autocreatrice e che ha immediata e intuitiva consapevolezza di sè;
  • antitesi: l'IO si contrappone al diverso da sè, il NON IO, cioè l'oggetto/la natura il cosidetto "regno dei limiti"( corpo e sensazioni), necessario per la sua realizzazione. Quindi L'IO esiste solo perchè in contrapposizione a un NON IO;
  • sintesi: avendo posto il NON IO come antitesi indispensabile alla sua attività, l'IO si divide in tanti io empirici e finiti( i singoli individui), che costituiscono il mondo e la sua molteplicità.
CONTRAPPOSIZIONE TRA IO E NON IO= LA REALTà.

Fichte sostiene che la natura e il mondo non possono esistere in modo indipendente dall'IO, il quale pone il NON IO e si determina come io empirico grazie all'immaginazione produttiva. ---> il compito dell'uomo è affermare la propria libertà, infatti il mondo esiste in funzione dell'attività dell'uomo e del suo autoperfezionamento, primato della vita morale,

--> l'uomo trova il suo fine nella società, la quale ha l'obbiettivo di realizzare la completa unità di tutti i suoi membri, grazie alle due leggi morali:

  1. trattare gli altri come fini e mai come mezzi;
  2. puntare al perfezionamento degli uomini tramite l'educazione, per questo la missione del "dotto" (intellettuale) consiste nel promuovere il progresso culturale e di tutte le classi sociali.

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